Giochi della memoria, Fatal Labyrinth

Vestire i panni di un condottiero spavaldo e temerario è quasi sempre una costante nei giochi d’avventura disponibili per le console del presente e chiaramente anche quelle del passato. La figura dell’eroe che non deve chiedere mai così come quella del ragazzo non esattamente adatto a rivestire questo ruolo si trovano sempre al centro di sventurate situazioni in cui mostrare il proprio valore per riscattare le sorti di una città e salvare vite in pericolo.

Ciò era soprattutto ad appannaggio di giochi disponibili sulle console a 16 bit ed appartiene esattamente a questa tipologia di titoli Fatal Labyrinth, un gioco che arrivò nei primissimi anni ’90 sulle console di allora marchiate Sega. L’ambientazione non era esattamente una di quelle più gioviali e leggere mai apparse nel mondo videoludico visto che eravamo in missione in una specie di tetro castello chiamato Dragonia.

Giochi della memoria, Marko’s Magic Football

Moltissimi sono sulle console del passato e del presente i titoli dedicati allo sport nazionale italiano. Quanti di voi hanno provato un qualunque FIFA su console oppure uno dei molti altri titoli di questo tipo affrontando i difensori virtuali per scatenarsi in un impressionante tiro in porta facendo esultare tutti i tifosi mettendoci nei panni dei campioni delle varie nazionalità che hanno scritto la storia del calcio mondiale?

Sicuramente sarete in tanti ad avere le manine alzate e molte altre volte vi capiterà di provare un titolo dedicato al calcio su console, ma non pensate che tutti i giochi abbiano lo stesso scopo se il fulcro principale è il calcio. Lo sa bene Marko’s Magic Football, un gioco che uscì per Sega mega Drive ed altre console nel 1994 e che non ci dava esattamente l’opportunità di metterci nei pantaloncini di un giocatore affermato di calcio.

Giochi della memoria, Toejam & Earl

Nella storia dei videogiochi abbiamo più volte preso le sembianze di esseri umani che rappresentavano guerrieri, maghi, chierici, eroi a pieno titolo o buffi personaggi diventati dei miti come Super Mario. Ma tra i protagonisti dei giochi ci sono anche animali antropomorfi: strambe creaturine appartenenti al mondo della fauna resi più umani da scarpe, guantini, cappelli e tutto ciò che poteva renderli più umani, proprio come Sonic.

Ma a volte ci è capitato anche il compito di impersonare la parte che di solito caratterizza la schiera dei cattivi, degli invasori di un pianeta pacifico come gli alieni. Ma se di solito vengono rappresentati verdognoli ed ipertecnologici oppure grigi e dai grandi occhini inespressivi, probabilmente nessuno ha mai fatto i conti con Toejam & Earl, protagonisti dell’omonimo titolo che ha visto la luce nel 1991 su Sega Mega Drive.

Giochi della memoria: Mr. Nutz

Dopo l’avvento dei platform che hanno creato un vero e proprio fenomeno di massa sul mercato delle console come Super Mario nelle sue nuove apparizioni oppure il porcospino blu della Sega Sonic che ha iniziato a correre a più non posso sul Sega Mega Drive ampliando la sua gamma di giochi ad altre console, era chiaro che molte case di sviluppo provassero a creare dei giochi che riuscissero a bissare il grande successo ottenuto.

Non è mancata all’appello nemmeno la Ocean Software, la ditta che ha prodotto Mr.Nutz, un gioco che non si allontana per niente dal classico sistema di gioco che ha caratterizzato i platform più noti, provando anche ad imporre sul mercato una nuova mascotte, stavolta rappresentata da uno scoiattolo rosso con tanto di guantoni, stivaletti e un cappellino per renderlo più simpatico e dal look più cartoonesco.

Giochi della memoria, Congo’s Caper

Molto spesso nel mondo dei videogiochi è stato rappresentato il mondo degli uomini primitivi come scenario per una serie di titoli dal successo anche piuttosto interessante. Moltissimi sono i giochi che hanno come componente fondamentale un protagonista che proviene direttamente da un’era in cui dinosauri e lucertoloni di vario tipo furoreggiavano e di certo la vita umana non era facile come quella che possiamo vivere oggi.

I titoli che fanno parte di questa lunga schiera sono molti, ma giusto per citarne alcuni, Joe & Mac, una simpatica coppia di uomini in gonnellino e clava l’hanno fatta da padrone per molto tempo, così come il simpatico Chuck Rock di cui vi abbiamo già parlato in un vecchio articolo per i giochi della memoria. Ma oggi vogliamo presentarvi un altro titolo che con un look colorato e cartoonesco ci riportava ai tempi dell’uomo delle caverne.

Giochi della memoria, Claymates

Se ora l’intrattenimento videoludico o i prodotti elettronici rappresentano la gran parte del modo di divertirsi dei ragazzi di oggi, chi ha qualche annetto in più ricorderà la grande varietà di giochi che dovevamo inventarci per passare il tempo e stare con gli amici, utilizzando spesso prodotti naturali e sfruttare la manualità, come costruire oggetti e personaggi con la plastilina, quel materiale malleabile protagonista di molte ore del nostro tempo libero.

Proprio di questo materiale che stimola la creatività erano fatti i protagonisti guidabili in Claymates, letteralmente fatti con la plastilina, che fu un interessante gioco della Interplay quando decise di lanciare la moda del pongo creando più o meno nello stesso periodo lo spassoso picchiaduro Clayfighter che presentava, esattamente come questo gioco, dei personaggi visibilmente creati con la pasta modellabile.

Giochi della memoria: Shaq Fu

Molti sono i picchiaduro che hanno calcato le scene nel corso dell’intricata e variegata storia dei videogiochi. Da quelli più duri che facevano largo uso di esperti di arti marziali e di complicate tecniche di lotta a quelli più favoleggianti e leggeri, spesso proposti con l’uso di una simpatica grafica cartoonesca per alleggerire lo spirito del gioco. Senza dimenticare quelli che adottavano degli espedienti per pubblicizzare un gioco altrimenti piuttosto banale.

Un esempio perfetto per rappresentare questo tipo di titoli è senza dubbio Shaq Fu, un picchiaduro uscito nel 1994 per Super Nintendo, Mega Drive, Game Gear e Game Boy che brillava per la particolare presenza di un personaggio illustre all’interno del cast di personaggi selezionabili, ovvero il cestista americano Shaquille O’Neil che per l’occasione si trasformava in un abile lottatore in pantaloncini.

Giochi della memoria: Killer Instinct

Oggi le saghe di picchiaduro più amate sono il risultato di una variegata fase sperimentale in cui personaggi dalle sembianze e dalle fattezze più diverse hanno mutato le loro caratteristiche fino ad arrivare a quelle maggiormente gradite dal pubblico modificando la struttura del gioco stesso attraverso mutazioni dal punto di vista della grafica, dell’ambientazione e naturalmente del contesto stesso in cui il videogame è posto.

Uno dei giochi che ha avuto un forte impatto nel suo contesto temporale è sicuramente Killer Instinct, un picchiaduro uscito per Super Nintendo nell’ormai lontano 1994 e giunto anche su Nintendo 64 e Game Boy. La trama che era dietro questo titolo riguardava la comparsa sulla Terra di un alieno, Glacius a cui sono state rubate le conoscenze tecnologiche da parte di un’associazione per la costruzione di armi da guerra.

Giochi della memoria: Aero the Acro-bat

Quando la Sega lasciò correre a perdifiato quel porcospino azzurro di nome Sonic che divenne pian piano la mascotte della compagnia produttrice di videogiochi grazie al gameplay semplice ma totalmente coinvolgente, fu quasi naturale, per le altre case di sviluppo, lanciare sul mercato una serie di titoli che sfruttassero un personaggio simpatico, facilmente riconoscibile e caratterizzato in modo da poter essere riconoscibile al primo impatto.

Pochi però sono stati i personaggi in grado di rivaleggiare con Sonic e nessuno è riuscito ad avere lo stesso successo, ma tra i titoli che sono passti per i nostri occhi e per i nostri controller nel corso del tempo, un simpatico pipistrello è arrivato almeno al secondo capitolo della sua serie di avventure. Stiamo parlando di Aero the Acro-bat, un simpatico mammifero rosso e nero abituato a vivere a testa in giù che è stato scelto come protagonista del gioco.

Giochi della memoria: Mystic Defender

Capitava spesso purtroppo nel mondo delle console a 16 bit di non conoscere la versa storia che c’era dietro il nostro titolo preferito a cui dedicavamo tanto tempo tra un compito a casa ed un gioco all’aperto con gli amici. Il tutto era a causa degli scarsi mezzi che all’epoca c’erano, quindi senza internet e una finestra sul mercato parallelo, poco si conosceva delle reali origini di un videogioco e del suo arrivo in Europa.

Infatti in molti non conoscevano la vera storia di Mystic Defender, action game uscito alla fine degli anni ’80 per Sega Mega Drive. Tutti pensavano fosse un gioco originale, in realtà si trattava del seguito di Spellcaster per Sega Master System anche se il titolo cambiò definitivamente e non c’era nessun “2” a testimoniare il seguito di un titolo già noto ai possessori della console a 8 bit della Sega.

Giochi della memoria: Comix Zone

Capita spesso che il mondo dei fumetti ed il mondo dei videogiochi si sposino alla perfezione. Dopotutto è molto frequente che un appassionato di divertimento elettronico abbia una certa predisposizione di gradimento anche per i manga giapponesi, i fumetti italiani oppure per i comics americani, famosi soprattutto per aver proposto una carrellata di supereroi che oggi stanno rivivendo nuova vita al cinema.

Nel vecchio passato videoludico e precisamente nell’era a 16 bit di casa Sega, sul Mega Drive, purtroppo già nei suoi ultimi anni di vita, arrivò un gioco che non è una trasposizione da un fumetto esistente, bensì una sorta di fumetto ricreato sottoforma di videogioco visto che le varie ambientazioni di gioco sono rappresentate da una sequenza di tavole e vignette tipiche dei fumetti che noi tanto amiamo.

Giochi della memoria: Zoom

Quando ancora le console a 16 bit erano in commercio e non c’era la possibilità di creare qualcosa che somigliasse in tutto e per tutto ai film per il grande schermo come ora accade pressoché per qualunque gioco destinato alle attuali console presenti nel mercato videoludico, era molto in auge il genere dei puzzle game visto che garantivano una giocabilità altissima anche se la grafica e la storia non erano da oscar.

Un esempio classico del genere uscito diversi anni or sono per il caro vecchio Sega Mega Drive è Zoom, un titolo semplicissimo per un puzzle game dallo stile altrettanto semplice. Il nostro protagonista che ci toccava impersonare era una sorta di alieno simile ad una grossa patata con un viso umano, due braccia, due gambe e due buffe orecchie a punta, una sorta di folletto spaziale che aveva un compito da portare a termine.

Giochi della memoria: Boogerman

Quante calzamaglie, quanti mantelli, quante tutine, quanti body abbiamo indossato per essere nei panni dei nostri supereroi preferiti all’interno delle trasposizioni videoludiche dei film di grande incasso al botteghino come i vari Batman e Spiderman affascinanti e misteriosi con i loro superpoteri in grado di salvare intere città dai pericolosi cattivoni di turno. Con bat-rampini e tele di ragno ci siamo sempre divertiti.

Eppure nella vecchia storia dei videogiochi si affermò un supereroe che in realtà tanto super non era, e se vogliamo nemmeno tanto eroe vista l’antiesteticità con la quale si presentava. L’uomo, o meglio l’ominide in questione, ai tempi del Super Nintendo e del Mega Drive era conosciuto come Boogerman, uno strambo personaggio che voleva fare il verso ai vari supereroi innescando sane risate in modo molto volgare.

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