
C’era una volta un ragazzino nato tristemente con un paio di corna sulla testa, motivo decisivo, per la popolazione che accoglieva questa sventurata nascita, di portare il malcapitato, una volta raggiunta un’età seppur giovanissima ma sufficiente per cavarsela da solo, in un castello abbandonato, lasciandolo in balia di sé stesso, fregandosene per la triste fine che avrebbe potuto fare il ragazzino senza tante colpe.
Questo è il plot narrativo di Ico, un vero capolavoro nato un po’ in sordina qualche annetto fa sulle console Sony e destinato comunque a lasciare una profonda traccia nella collezione di giochi disponibili vista l’atmosfera assolutamente magica che si riusciva a creare ad ogni partita. I nemici con cui il protagonista di Ico doveva vedersela, stando attento a non farsi rubare la compagna di sventura e fuggire dal tetro maniero, erano rappresentati da fameliche ombre.












