Natale 2009, un nuovo videogame da scartare


E così anche per questo 2009 è arrivata la vigilia di Natale, quel momento magico che i bambini di tutto il mondo attendono per un intero anno e che viene accompagnato da tanti desideri e tante speranze. Ma senza raccontar frottole è il caso di ammettere che anche gli adulti che in fondo in fondo sono rimasti ancora un po’ bambini, amano molto questa festività, capace di infondere pace e serenità e l’opportunità di trascorrere del tempo con le persone a noi più care.

Tutto dev’essere pronto, dalla tovaglia natalizia tirata fuori dal cassetto apposta per quest’evento, il centrotavola magari preparato da quello in famiglia che è più abile con i lavoretti domestici creativi e chiaramente anche i segnaposto abilmente disegnati e preparati dai più piccoli della famiglia che vorranno sicuramente offrire il proprio contributo alla preparazione di uno dei cenoni più attesi nell’arco dell’anno, in modo che tutto sia assolutamente perfetto.

Vigilia di Natale, il piacere di regalare un videogame


Oggi è finalmente la vigilia di Natale. Per alcuni sarà un giorno di festa e ci si preparerà incessantemente per il grande appuntamento di questa sera quando un luculliano cenone apparirà magicamente sulle nostre tavole dove generosi spaghetti ai frutti di mare e dei gustosi antipasti di ogni tipo saranno pronti per essere divorati dagli affamati commensali vestiti a festa per stare tutti insieme e vivere un momento magico che arriva soltanto una volta l’anno.

Ma per alcuni la vigilia di Natale rappresenta anche l’ultimissima occasione per andare in giro a setacciare ogni negozio sperando di trovare il regalo perfetto per un amico o un parente, insultando i mille impegni che non sono riusciti a far trovare un po’ di tempo per pensarci prima o schiaffeggiandoci da soli per maledire il nostro essere costantemente ritardatari anche in un momento importante come la scelta dei doni per i nostri cari.

The National Center for the History of Electronic Games, il museo del videogioco di NY


Probabilmente non ci è mai capitato di metterci piede perché pensiamo che entrarci vorrebbe dire annoiarsi per una buona quantità di tempo assistendo a degli spettacoli che proprio non ci andrebbe di vedere. Non ci passerebbe nemmeno per la testa di entrare volontariamente in un noiosissimo museo passeggiando tra reperti storici senza dubbio di inestimabile valore, ma oggettivamente soltanto cocci di antichi vasi e pietre con anni di storia.

Ma facciamo male a rifiutare le tante possibilità che abbiamo di coltivare al meglio la nostra cultura anche osservando in alcune teche dei reperti di valore storico e formativo per la nostra società e per le civiltà antiche che ci è capitato di studiare a scuola, dovremmo con più costanza abituarci ad andare nei musei e conoscere così qualcosa in più del mondo. Se proprio non ve la sentite, scommettiamo che prima o poi cambierete idea.

Need for Speed…Live!

No, non stiamo per parlarvi di una gara di corse clandestine, ma di “Need for Speed Live”, l’evento che Electronic Arts ha annunciato la scorsa settimana durante il SEMA show

Microsoft si fionda su Nintendo DS?

Come anche visto insieme nel corso della nostra analisi sullo stato di PS3 e blu-ray, in Europa e (soprattutto) negli Stati Uniti d’America, Microsoft non può dirsi del tutto delusa dai risultati ottenuti sul campo dalla sua console: Xbox 360. La musica però cambia drasticamente quando si parla del Giappone, terra nella quale Xbox, anche nella sua versione precedente, non è mai riuscita a far breccia nei cuori dei videogiocatori locali.

Basta quindi fare un paio di semplici considerazioni, per capire che Microsoft ha un’unica carta da giocare per rialzare le sue quotazioni nella terra del sol levante. Primo importante fattore da prendere in considerazione è che, per un motivo o l’altro, l’azienda di Redmond non ha mai prodotto una console portatile (tipologia di gingillo tecnologico che in Giappone la fa da padrone). Secondo, indiscutibile dato del quale prendere atto è che Nintendo, grazie a Wii e Nintendo DS, ha praticamente un monopolio nelle vendite del settore videoludico nipponico.

Quindi qual è la mossa obbligata di Microsoft? Semplice, produrre giochi per le piattaforme di gioco di Nintendo.

GTA e GTA 2 gratis per tutti!

GTA in azione

Avendo gustato il sublime GTA IV, molti videogiocatori alle prime armi (o quasi) inorridiranno al solo visionare un’immagine come quella qui sopra, immortalante il primo, storico titolo della saga di GTA. OK, la grafica in 2D con visuale dall’alto per i tempi di oggi non è proprio il massimo, ma vi possiamo assicurare che la giocabilità di GTA riesce ancora – dopo la bellezza di 10 anni dalla sua uscita – a dare filo da torcere a molti giochini di scarsissimo livello che (purtroppo) sono ancora sugli scaffali dei nostri negozi.

Uscito all’epoca (1998) per PC, ed in seguito adattato per PSX, GTA calava il videogiocatore nei panni di un criminale alle prese con varie missioni da portare a termine (tra cui rapine, omicidi ecc.). Da sottolineare però come, anche all’epoca, uno degli elementi centrali del gioco fosse l’assoluta libertà d’azione del videogiocatore che, proprio come nei recenti titoli della saga, poteva andare a zonzo per la città e fare ciò che più gli aggradava (cose non proprio da manuale delle buone maniere, come potrete facilmente immaginare).

Ma perché vi stiamo parlando di questo storico titolo? Semplice, perché “mamma” Rockstar ha deciso di rendere disponibili per tutti GTA e GTA 2 gratis! Proprio così: basta compilare un piccolo modulo e scaricare i due favolosi giochi (per PC) per poterseli godere all’infinito in modo del tutto gratuito. Un’occasione imperdibile!

Arrestato perché Lara sguainava le pistole

Quanti di voi si sono innamorati di una delle protagoniste dei nostri videogiochi preferiti? Ok, non sono donne reali, ma si tratta comunque di affascinanti figure molto piacevoli da guardare, spesso create sotto l’ispirazione di una diva americana o di un personaggio famoso realmente esistente, quindi perché vergognarsi di apprezzare anche una donna che esiste soltanto in versione virtuale?

Uno dei personaggi femminili che maggiormente ha attanagliato l’attenzione del pubblico videoludico ma non solo, è sicuramente Lara Croft, nata come un’Indiana Jones in gonnella sfidando massi rotolanti, orsi famelici e rovine di antiche civiltà scomparse, la popputa eroina è diventata un personaggio di culto per tutti creando un vero e proprio fenomeno di massa che ha scatenato la caccia al gadget più particolare.

Per la Bicocca i videogiochi causano danni fisici

Ma quante ne abbiamo sentite nell’arco della nostra vita da videogiocatori? Le innumerevoli esperienze di gioco ci hanno fatto crescere, ci hanno fatto divertire, ci hanno istruito, ci hanno fatto impazzire e ci hanno ovviamente emozionato, ma nonostante i mille pregi che i videogiochi posseggono, sono ancora in molti quelli che si focalizzano sui lati negativi del divertimento videoludico.

L’argomento che maggiormente infiamma gli animi di chi ha una naturale avversione per la tecnologia e i videogiochi paragonandoli quasi a tentazioni diaboliche, è senza dubbio la solitudine in cui si può sprofondare dopo essersi assuefatti ad uno stile di gioco appassionante ed appagante senza sentire più il bisogno di comunicare con gli altri e di uscire di casa per svolgere una vita normale.

I giochi per console danneggeranno il mercato di quelli per PC?

Mentre tutti parlano della “guerra” in corso tra Wii, Xobox 360 e PS3, c’è un mondo che si sta interrogando circa il suo ruolo nel presente e, soprattutto, la sua convivenza futura con le console per i giochi che ormai sono nelle case di milioni di utenti in tutti i continenti: quello dello sviluppo di videogame per PC.

Importante riflessione a riguardo è arrivata da Roy Taylor, figura di spicco di Nvidia, società produttrice di schede video (e quindi molto interessata ad un positivo sviluppo del mercato PC):

Le console adesso sono una linea base dalla quale partire per lo sviluppo dei videogiochi. Basta guardare titoli come Gears of War o Assassin’s Creed, entrambi grandiosi a livello di esperienza di gioco, ma decisamente migliorati nelle loro versioni su PC, in grado di renderli più belli e regalare nuovi interessantissimi elementi anche a coloro che hanno già provato quelle per console. Le versioni dei giochi per PC sono le migliori, sviluppate in modo maggiore rispetto a quelle per altre piattaforme, motivo per il quale prevedo un futuro entusiasmante per il mercato dei videogame per computer, in una perfetta co-esistenza con quello dei giochi destinati alle console.

Gli uomini e le donne coi videogiochi non sono uguali!

Qualcuno cantava “Gli uomini e le donne sono uguali”, certo, piacerebbe a molti l’uguaglianza tra maschi e femmine in ogni settore della nostra vita sociale, ma quando ci sono di mezzo le leggi di madre natura, ben poco c’è da fare per modificare gli istinti primordiali e la mentalità che rappresenta da millenni quello che è l’uomo e quello che invece incarna la donna.

Incredibile a dirsi ma ciò avviene anche nel mondo dei videogiochi visto che la differenza sostanziale tra uomo e donna si avverte anche nell’interesse che un videogioco trasmette a maschi e femmine. Quello di cui stiamo parlando è frutto di una ricerca della Stanford University e riguarda la diversità di attenzione e di interesse tra un uomo e una donna relativamente all’atto di giocare con i videogiochi.

Videogiochi on-line: divertimento globalizzato o pericolosa “second life”?

Non bisogna certo essere degli esperti del settore o degli appassionati di videogiochi, per rendersi conto delle enormi proporzioni assunte da fenomeni quali Second Life o World of Warcraft. Il primo, inventato nel 2003 dalla società americana Linden Lab, consiste in un vero e proprio mondo virtuale gratuito dove fare ciò che si vuole, anche mettere su qualche attività per guadagnare dei soldi; il secondo invece, realizzato un anno dopo, consiste in un MMORPG a pagamento (il tipico videogioco di ruolo su internet), che può ormai contare su un’immensa platea di utenti iscritti in tutto il mondo (circa 10 milioni).

Ma non sono soltanto questi due celeberrimi titoli ad incollare milioni di videogiocatori agli schermi, e metterli in collegamento con persone di tutto il mondo. Infatti anche molto dei giochi per le console di ultima generazione (Nintendo Wii, Xbox 360 e Playstation 3) prevedono diverse modalità utili a sfidare amici che si trovano dall’altro capo del mondo, così come nella casa di fronte, senza però mai incontrarli di persona.

E, quasi inutile dirlo, è proprio quest’ultimo punto a scatenare le polemiche a livello internazionale. I videogiochi on-line rappresentano di sicuro un sano divertimento globalizzato, ma possono diventare delle pericolose “second life”, per colpa delle quali le persone più fragili finiscono col rinchiudersi in loro stesse e portare quasi a zero il rapporto con gli amici, se non addirittura con la famiglia presente sotto lo stesso tetto?

PS3 e Blu-Ray: boom dietro l’angolo o declino annunciato?

Chi nella seconda metà degli anni 90 ha avuto la fortuna di assistere all’irripetibile fenomeno Playstation, saprà che in quel caso, soprattutto dalle nostre parti, la “carburazione” sul mercato della rivoluzionaria console di casa Sony fu a dir poco lenta. L’impennata, con seguente permanenza nelle case e nei cuori di videogiocatori di tutto il mondo, fu poi un qualcosa di lunghissimo, quasi interminabile, spinto innegabilmente da un fenomeno che dall’epoca non smette di far parlare di se: la pirateria.

Il bassissimo costo dei giochi pirata, associati ad un costante deprezzamento della magica scatoletta ludica nipponica segnarono poi la storia trionfale che tutti ormai conosciamo. Storia che, quasi nelle stesse modalità si è ripetuta con la tuttora affascinante Playstation 2, anch’essa aiutata (anche se dopo un po’ di tempo rispetto al suo debutto nei negozi di tutto il mondo) da modifiche e giochi pirata.

Ed adesso che, ormai da molti mesi è sul mercato, come si sta comportando la potentissima Playstation 3? Non bene come molti, soprattutto a casa Sony, si sarebbero augurati, ma nemmeno al punto tale da iniziare a recitare qualche “de profundis”, come altri avrebbero sperato (o semplicemente mal pronosticato).

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