
Molti di voi che avranno qualche annetto in più sulle spalle ricorderanno presumibilmente la miniserie tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King che sconvolse di paura i bambini e gli adolescenti dell’epoca a causa della ferocia e dall’espressività del temibile protagonista negativo, un arcigno pagliaccio che incuteva timore soltanto a guardarlo sfoggiando una serie di denti aguzzi e pericolosi tentando il suo pubblico giovanissimo.
La serie in questione prendeva il titolo di It e lasciò un segno in molti ragazzi che dal giorno della visione del capolavoro di Stephen King non vollero più vedere un pagliaccio, nonostante i clown siano in realtà delle maschere dolci e ingenue, dei simpatici protagonisti del circo che attraverso una serie di mute performance divertono da sempre grandi e piccini con piccoli meccanismi quasi sempre identici riuscendo a strappare un sorriso a tutti.
In molti aspettavano l’ennesima espansione di Neverwinter Nights 2, ma forse sarebbe stato meglio continuare a giocarci senza. Infatti giocare a Mysteries of Westgate dopo aver giocato a Storm of Zehir è un pò come fare qualche passo indietro, ma ciò non vuol dire che è tutto da buttare. Quello che ci lascia un pò perplessi è la storyline di questa nuova espansione, ma guardiamo il tutto più da vicino.



Dopo Red Dead Revolver (che in realtà non è propriamente attribuibile alla Rockstar Games dato il passaggio da Capcom all’odierna software house) ecco un altro titolo ambientato nel vecchio West. A differenza del suo predecessore, incentrato su un gameplay decisamente più stage-based e/o platform, Red Dead Redemption si propone come un gioco open-world. Rockstar Games ha dichiarato che il mondo in cui ci troveremo è uno dei più grandi mai creati e che la libertà d’azione sarà immensa.

