
Basta con i giochi che ci costringono a premere ripetutamente dei tasti senza tregua e senza uno scopo ben preciso, basta tentare di effettuare un attacco devastante in un picchiaduro dal complicatissimo schema tattico e basta sparare a più non posso i soldati nemici nell’ennesimo sparatutto di guerra che ci cotringe dapprima a nasconderci dietro delle trincee per poi uscire allo scoperto e far fuoco in modo irrefrenabile anche senza prendere la mira.
Largo anche ai giochi riflessivi e che ci regalino qualcosa in più, anche se non possiedono una vera e propria storia ma vogliono avere un altro scopo, ovvero quello di lanciarsi nel settore della salute e del benessere rendendoci migliori con noi stessi ed aiutandoci a conoscere le nostre capacità intellettuali sforzandoci anche a migliorarle attraverso dei semplici e divertenti esercizi del tutto simili a veri e proprio minigiochi come se si trattasse di un party game.







Circa due anni separano l’uscita di questo nuovo capitolo dal precedente: Harry Potter e l’Ordine della Fenice. Anche se la saga è giunta al termine, con il settimo e ultimo libro, la sfilza di film e videogiochi non si ferma di certo qui. Tornando all’Ordine della Fenice, possiamo dire che non ci aspettavamo un gioco sviluppato cosi bene, naturalmente in confronto ai suoi predecessori. Il Principe Mezzosangue non è certo da meno e cosi andiamo subito ad analizzarne i particolari.