Lego Batman, un sequel all’orizzonte?


Il mondo dei videogiochi ha avuto negli ultimi anni un’ulteriore svolta rispetto a quella intrapresa dalla normale evoluzione delle macchine da gioco che, via via hanno offerto inediti modi di giocare e nuove periferiche originali e funzionali per divertirci al meglio con la nostra passione. Il cambiamento è stato possibile dando un’occhiata al passato, rivedendo uno dei giochi che erano ai primi posti delle classifiche di divertimento quando ancora i videogames non erano così diffusi.

Chi non si è divertito con i Lego, i mattoncini colorati e versatili che ci davano la possibilità, insieme a personaggi pescati dal mondo della società e dei mestieri o estratti direttamente dall’universo della nostra fantasia, che tanto andavano di moda tanti anni fa e che ancora oggi tutto sommato alimentano la creatività dei più piccoli? Ebbene lo stile Lego è stato uno degli espedienti utilizzati dagli sviluppatori, per creare nuove perle del mercato videoludico.

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I puzzle game sono da sempre stati tra i giochi favoriti dagli appassionati di videogame ma soprattutto da quelli che non sempre hanno la voglia e la costanza di definirsi veri maniaci del controller, di quelli che non amano passare ore davanti a storie intricate e meccanismi di gioco complessi da padroneggiare, ma che trovano comunque nei puzzle game un coinvolgimento particolare e senza ombra di dubbio tanto tanto divertimento.

Il merito dei puzzle game, fin da quando i primi esperimenti hanno visto la luce sulle vecchie macchine da gioco, è stato anche quello di avvicinare molto alle console, da sempre saturate da centinaia di titoli pensati appositamente per un pubblico maschile per tematica e stile di gioco, anche il pubblico femminile, che trovava nella riflessione e nel ragionamento necessari, dei livelli di sfida intriganti che hanno poi permesso la conoscenza di molti altri generi.

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Molti di noi hanno conosciuto il loro mondo semplicemente nei giochi da bambini che ci capitava di fare quando eravamo dei piccoli cuccioli. Quando ancora i videogiochi erano ad appannaggio di pochi fortunati possessori dei primi esemplari giunti sul mercato, difficili da utilizzare e con delle potenzialità tecniche al limite del ridicolo se paragonate a quelle di oggi. Il loro universo era invece qualcosa di magico e di fortemente tangibile, qualcosa di divertentissimo.

Si tratta del mondo dei Lego, i colorati mattoncini che hanno accompagnato l’infanzia e la crescita di moltissimi di noi e che hanno contribuito a sviluppare la nostra fantasia con storie di tipo diverso grazie all’utilizzo dei molti personaggi che sono stati creati apposta per essere perfetti per ogni nostra idea. Dagli scenari più urbani con individui dal colorito giallognolo che interpretavano i vari mestieri, fino a location più fantasiose ed esotiche per soddisfare ogni nostro desiderio.

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Come nasce il nome di un videogioco? Beh, le ipotesi sono moltissime ed altrettanti i casi da prendere in esame visto che ogni titolo può spuntare per una moltitudine di motivi che non potremo mai quantificare. Ci sono sicuramente quelli più banali o per meglio dire tradizionali che tentano la strada dell’immediatezza specificando immediatamente la tipologia di gioco e quello che il videogiocatore deve aspettarsi una volta inserito il supporto nella console predisposta.

Ce ne sono altri invece che prendono il nome dal protagonista stesso dell’avventura, rendendo così ancora più personale e specifico un prodotto videoludico rispetto ad un titolo inventato di sana pianta. C’è poi anche quel titolo che vuole essere fiabesco e misterioso, quello che rende affascinante un gioco magari non eccellente sotto alcuni punti di vista ma che mette curiosità soltanto sentendolo nominare, approfittando quindi dell’espediente per vendere qualche copia in più.