Giochi della memoria, Arcana

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Immaginate l’esistenza di un regno incantato, un posto magico in cui si rincorrono leggende millenarie, esattamente quelle storie che continuano a trovare nuova vita di bocca in bocca, di padre in figlio, attraversando indenni delle generazioni intere, magari modificando un po’ la propria struttura, ma passando comunque intatte attraverso il tempo. Delle leggende che parlano della particolarità del luogo stesso, delle sue capacità incredibili.

Si dice che in quel luogo tutti i desideri potrebbero essere realizzati, motivo per il quale molte persone sono finite in quelle terre in cerca di fortuna: qualcuno potrebbe averla trovata, qualcun altro invece meno. Ma tutto cambiò quando il mago di corte di uno dei sei regni in cui il paese di Elemen era diviso, uccise il re a causa della sua infinita sete di potere: sovranità che durò una decina d’anni prima dell’inizio del gioco di cui vi parliamo oggi. Quale? Scopritelo dopo il salto.


Abbiamo molte volte parlato di giochi di ruolo più o meno famosi e destinati a molte delle console del presente e del passato, ma ad accomunarli tutti era una struttura piuttosto classica che si rifà alla vecchia scuola nipponica, semmai diversificata nell’ambito dei combattimenti che trovano nell’azione una possibilità in più di soddisfare il pubblico occidentale poco incline ai menu infiniti. Rare volte ci è capitato però di trovare titoli come Arcana.

Nel gioco di ruolo che fu pubblicato su Super Nintendo infatti, gli eroi protagonisti erano guidati in prima persona, quasi come un classico sparatutto, ma incappando comunque in fastidiosi combattimenti casuali all’interno dei dungeon che il titolo proponeva. Attacchi tradizionali e magie alquanto evocative rendevano l’azione alquanto varia almeno sulla carta, ma i duelli restavano poco vivi e non emozionanti se non nelle prime occasioni. Peccato per Arcana che poteva promettere molto di più.

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