
Avete presente quel gioco appartenente alla vastissima famiglia dei picchiaduro che ci mette alla prova contro avversari spesso dotati di affilate armi da taglio come apparentemente innocui ventagli o arpioni che spuntano magicamente dalle mani nude e che ci permette di effettuare quelle mirabolanti mosse finali chiamate fatality che ci danno la possibilità di mettere definitivamente al tappeto il nostro avversario con un coreografico e sanguinoso attacco finale?
Ecco si, insomma avete presente Mortal Kombat, una delle punte di diamante del settore dei picchiaduro che ormai può contare un buon numero di titoli più o meno appartenenti alla saga madre e che ogni volta sono bersaglio dei alcune associazioni di genitori o di persone contrarie all’utilizzo del sangue e della violenza nei videogiochi a causa dell’effettivamente elevato effetto splatter di cui l’intera saga è fortemente dotata.

