Ryse: Son of Rome, la recensione


Da titolo sperimentale per Kinect a prodotto di lancio della nuovissima Xbox One. Il percorso di Ryse: Son of Rome (ex Codename Kingdom) è stato relativamente breve. Inizialmente presentato come progetto per Xbox 360 frutto di una straordinaria partnership stretta tra Crytek (Crysis) e Microsoft, si rivede un anno dopo come titolo per Kinect, salvo ripresentarsi come uno dei primi videogiochi destinati a mostrare la potenza di Xbox One. E senza troppi giri di parole, bisogna ammettere che riesce in pieno in questo intento, peccando piuttosto più dal punto di vista del gameplay, che si rivela infine come l’anello debole di una produzione tutto sommato interessante e non così scadente come è stato fatto passare da gran parte della critica specializzata.

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