Mortal Kombat, gioco vietato in Australia


Qualcuno di voi probabilmente, dopo la seppur violenta buona dose delle recenti uscite riguardanti la stratosferica saga di Street Fighter pubblicate per celebrare il glorioso anniversario della famosissima serie di picchiaduro della Capcom, ha probabilmente soddisfatto la voglia di titoli appartenenti a questo genere, ma magari non ha esattamente placato quel vago bisogno di splatter che ogni tanto pervade qualcuno non proprio debole di stomaco.

Schizzi di sangue al minimo contatto fisico, arti che vengono abilmente staccati a fine combattimento quasi come se due bisturi affilatissimi fossero tra le mani del vincitore e teste mozzate quasi a voler preservare un trofeo della vittoria appena conseguita sono solo alcuni blandi esempi di ciò che ci ha regalato finora una nota saga di picchiaduro che a breve sta per tornare. Avete già capito di chi stiamo parlando, vero?

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I videogiocatori lo sanno benissimo purtroppo, spesso la propria passione viene infangata da molte persone che non conoscono bene questo tipo di attività e la etichettano non soltanto come un modo per alienarsi dalla vita sociale che ogni ragazzo ma che anche ogni persona adulta deve intraprendere, ma in special modo è un mezzo per lanciare dei messaggi poco adatti ai giovani e con un uso a volte esagerato di alcune situazione per accrescere l’entusiasmo nei confronti di un titolo.

Molte saghe di videogames hanno costruito a tutti gli effetti la propria fortuna su alcuni elementi criticabili ed effettivamente molto contestati, prima fra tutti la serie di Mortal Kombat, lo scatenato picchiaduro della Midway che è un vero concentrato di sangue e violenza con attacchi mostruosamente spaventosi con cui un avversario può finire nel modo più cruento possibile il proprio rivale, con attacchi che sorpassano senza problemi il limite della decenza.

Dark Sector censurato in Australia

E’ da sempre che i videogiochi vengono visti come delle macchine del diavolo. C’è chi le considerano un modo di alienarsi, senza considerare le sfide in multiplayer che si svolgono sia in prima persona che online, c’è chi reputa i videogiochi pieni di sesso e violenza e quindi istigatori a veri atti di bullismo introducendo nei giocatori un istinto primordiale, senza pensare che invece sfogarsi con un joypad può essere d’aiuto.

Nonostante ciò però i videogiochi continuano ad essere piuttosto violenti, permettendoci di rubare auto, di assassinare soldati, alieni e minacce di ogni tipo, non censurando i litri di sangue che nelle simulazioni e nei giochi d’azione più arditi scorrono a fiumi e non finiscono mai di terrorizzarci con i survival horror in cui fare a pezzi mostri e amenità. Uno dei giochi di questo tipo in cui la violenza la fa da padrona è Dark Sector della Digital Extremes.

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