Hydroventure, un video con i primi dieci minuti di gioco


Nel mondo dei videogiochi abbiamo guidato una serie di personaggi e di creature che probabilmente mai nella vita avremmo mai pensato di poter comandare con il nostro joypad o con uno degli avveniristici sistemi di controllo attualmente in commercio che tanto divertimento in più offrono alle nostre console di nuova generazione. Vengono in mente anche a voi tutti gli esempi strani che sono all’ordine del giorno nei nostri titoli preferiti?

Da porcospini con scarpette da corsa capaci di raggomitolarsi, correre all’impazzata, così come guidare una vettura, ma anche un canguro, anche dalle fattezze fortemente realistiche, dotati di due guantoni da pugilato e pronto a scontrarsi con un qualsiasi esperto di arti marziali. Eppure nonostante la moltitudine di situazioni strane, siamo sicuri che con il nuovo titolo disponibile da poco su Wiiware, si supereranno molti posti nella classifica dell’assurdo.

Hydroventure, l’acqua protagonista di un gioco Wii


Sicuramente avrete urlato al disastro diverse volte se vi è capitato di rovesciare sul pavimento o ancor peggio su qualcosa di più delicato o meno facile da pulire come un libro o degli appunti, un bel bicchiere di succo di frutta, di una tipica bevanda gassata o ancora di bollente caffè. Una vera scocciatura dover pulire tutto quel disastro quando invece ci andava soltanto una bella pausa in compagnia di una bibita fresca o di una rilassante tazza di liquido bollente.

Molti meno danni può farli invece un semplicissimo bicchiere d’acqua, un elemento che in fondo non crea danni così grandi, se le dimensioni sono quelle contenute in un semplice recipiente di vetro o di plastica che utilizziamo per bere, visto che basterà un po’ di vento o un’esposizione prolungata al sole per lasciar evaporare tutto e non perder tempo a pulire e ad asciugare. Proprio con l’acqua molto presto si giocherà con la Wii.

Categorie Wii

Hydrophobia, svelata la data di uscita


Quali sono le vostre paure più profonde? C’è chi, soprattutto da bambino, non poteva assolutamente dormire se una luce accesa sul comodino non gli coccolasse il riposo, temendo il buio più oscuro, c’è chi invece soffrendo di claustrofobia non potrebbe mai addirittura prendere l’ascensore per il terrore di uno spazio troppo angusto, mentre c’è chi rimane atterrito davanti ad una distesa troppo ampia, rifiutando una forte libertà.

C’è chi invece ha semplicemente paura dell’acqua, chi ha un rifiuto psicologico per il mare, per la sua maestosità, per il terrore di rimanere inghiottito nelle onde, per quanto blande siano e nonostante un’eventuale calura insopportabile per un torrido mese estivo. Proprio di questo problema soffre Kate Wilson, una donna ingegnere che proprio non riesce ad avere un buon rapporto con le grosse masse d’acqua.

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