NBA 2K14, la recensione: una simulazione quasi perfetta

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2K Sports quando fa qualcosa sembra volerlo fare sempre nel migliore dei modi. NBA 2K14 ne è la conferma.
In un settore di mercato in cui la concorrenza da anni non esiste, la serie NBA 2K ha sempre cercato di migliorare l’esperienza dei videogiocatori. Nonostante ormai da anni la serie NBA Live fosse morta e sepolta i miglioramenti anno dopo anno sono arrivati lo stesso, così come il tentativo di far diventare il videogioco un’esperienza completa, basti ricordare la presenza di Michel Jordan con le 10 partite più importanti della sua carriera in NBA 2k11, o la modalità Grandi Campioni (NBA’s Greatest mode) che in NBA 2k12 presentava tra gli altri la possibilità di usare giocatori del calibro di Kareem Abdul-Jabbar, Larry Bird, Magic Johnson, Julius Erving, Wilt Chamberlain, Bill Russell e Hakeem Olajuwon.
In tutti questi anni la certezza è una, 2K Sports ha creato una simulazione che ogni anno è sembrata essere la regina tra le simulazioni sportive, superando anche piloni storici di altri sport, come nel calcio FIFA e PES.

NBA 2K14: poche novità, molta sostanza

Nel momento in cui nascono nuove sfide, in primis l’avvento delle console Next-Gen, Playstation 4 e Xbox One, ed in secondo luogo il ritorno di EA Sports con NBA Live 14, 2K Games risponde in diversi modi, dal testimonial, The Chosen One LeBron James, ed alla modalità ad esso dedicata, all’introduzione dell’Eurolega, per finire ad un nuovo sistema di controllo.

NBA 2K14 è oggi più realistico che mai, innanzitutto sono state aggiunte oltre 3000 animazioni, inoltre è stato migliorato il già ottimo Motion System, due miglioramenti che significano maggiore fluidità di gioco e movimenti più naturali, oltre naturalmente ad una riproduzione più fedele alla realtà dei giocatori in campo, ma anche maggiore aderenza alla realtà in tutto ciò che è di contorno al gioco, come le animazioni prepartita o le riserve in panchina.

Tra le novità introdotte forse la più rivoluzionaria è quella relativa al nuovo Pro Stick, il nuovo sistema di controllo dei palleggi, tiri e passaggi che probabilmente ad un primo impatto farà storcere a molti il naso, ma che alla lunga probabilmente si rivelerà una scelta vincente.

La levetta analogica secondaria diventa il fulcro di tutto, viene eliminato il tasto modificatore per i tiri presente nel vecchio NBA 2K13, e tramite movimento della stessa si potrà realizzare un tiro in sospensione, in fadeaway, a campana, un gancio da post, un terzo tempo o una schiacciata, insomma tutto ciò che concerne i tiri a canestro, ma anche i trick in palleggio, che siano cross over, step in e step over  via dicendo, infine ora è da notare che il modificatore viene utilizzato per effettuare con questa levetta passggi dall’alto tasso di spettacolo, come ad esempio i no look, caratteristica che assume maggiore interesse grazie anche al tasso di riuscita, infatti giocatori realmente bravi nel farlo, come Chris Paul o Magic Johnson, avranno molte più probabilità di riuscita di giocatori negati nell’uso di tale opzione — Shaquille O’Neal e Dennis Rodman ad esempio non ne indovinano uno.

Altra novità in-game è il pulsante 2K Smart Play, che con molta semplicità permette di scegliere automaticamente gli schemi e le giocate migliori in base ai giocatori e alle squadre in uso, in questo modo diventa facile realizzare belle azioni di attacco e avere anche un controllo più da allenatore in campo.

Le due novità sopra citate portano notevoli miglioramenti e sono coadiuvati da una Intelligenza Artificiale allo stato dell’arte che si percepisce senza alcuna forzatura sia nelle azioni di attacco che in quelle di difesa. I passaggi non danno più quella netta sensazione di essere calamitati, anzi come nelle partite viste in TV capita che un passaggio possa essere sbagliato per un contatto fisico o una corsa errata, o che un giocatore rubi palla nel momento giusto.

L’effetto calamita è stato eliminato anche nei tiri, infatti dal momento in cui il pallone si stacca dalle mani con il giusto tempismo un difensore può realizzare stoppate esaltanti. La stessa I.A. porta con sé una maggiore aderenza alle partite vere, con percentuali di tiro vicine a quelle della realtà e con azioni simili, nei tiri contrastati adesso la possibilità di realizzarli è molto inferiore a quella delle versioni precedenti che spesso e volentieri trasformavano tiri impossibili in canestri sicuri.

LeBron James: Path To Greatness

“Basketball isn’t easy” e LeBron James lo sa, dato che con queste parole introduce il gioco. Il prescelto è il protagonista indiscusso di NBA 2K14, oltre alla copertina tutto il videogame ruota intorno a lui e alla sua figura. La modalità “LeBron: “Path To Greatness”, nella versione italia “LeBron: Verso la Gloria” è la principale novità nelle modalità di gioco, nel corso del quale si affronteranno non uno ma ben due percorsi di fantasia, “Dinastia Heat” e “Viaggio Fantastico”, in cui si dovrà arrivare a dimostrare che King James è il giocatore più grande di tutti i tempi.

Nel primo non si dovrà fare altro che continuare, in alcune partite chiave, a continuare a vincere titoli con i Miami Heat, mentre nel secondo si vedrà LBJ al fianco di altri grandi giocatori (come Chris Paul, Dwight Howard e Kobe Bryant) ed intento ad arrivare ad obiettivi e sfide interessanti, come l’essere il novello Magic Johnson nel giocare sia da Playmaker che da Centro.

Sicuramente il divertimento è assicurato e la novità è ben pensata, ma personalmente avrei preferito avere una modalità di fantasia ed una che rispecchiasse la carriera del The Chosen One dalla prima scelta al Draft con i Cleveland Cavaliers al secondo titolo con i Miami Heat. Inoltre è da notare che nel gioco si utilizzeranno tutti i giocatori della squadra in cui gioca Il Prescelto, e non soltanto LBJ, caratteristiche che come nella modalità “Il Mio Giocatore” avrebbe dato maggiore forza al ruolo del protagonista. In ogni caso sarà divertente giocare le sfide proposte nel corse delle storie ed immaginare come potrà essere il futuro della NBA.

Eurolega: Bella introduzione ma deludente

Quest’anno il basket in videogame non sa solo di NBA, infatti in NBA 2K14 saranno presenti le 14 squadre che partecipano all’Eurolega, la maggiore competizione europea in cui spesso si vedono talenti che poi puntualmente arrivano sui parquet degli USA.

Le regole di gioco europee sono riprodotte fedelmente e nel caso di sfide tra team NBA vs team Eurolega verranno utilizzate le regole della squadra di casa, inoltre il rapporto tra le qualità dei giocatori è ancora una volta realistico. Purtroppo si sente la mancanza di una modalità dedicata, sarebbe stato bello avere la possibilità di giocare il campionato di Eurolega e magari avere anche qualche contatto nelle varie modalità (“L’Associazione” ed “Il Mio Giocatore” ad esempio) tra le due leghe.

Infine i team al momento non risultano aggiornati, il che è una grossa pecca. Se poi si considera il fatto che sono scomparsi il Celeb Team, il Dream Team 1992 ed il Team USA 2012, oltre alla modalità All Star Game, al momento assente anche come DLC, non sappiamo se la novità sia proprio positiva.

Roster, Crew e altre modalità

Da non dimenticare che NBA2K è da anni un gioco completo, tornano così le classiche modalità come le già citate “L’Associazione” ed “Il Mio Giocatore”, ma anche “Playoff”, “Stagione”, “L’Associazione online”, con il loro funzionamento preciso e rodato. Torna dopo qualche anno di assenza la modalità “Crew”, grazie alla quale sarà possibile giocare con il proprio giocatore online in una sfida 5vs5 e diventare il miglior giocatore al mondo.

Mentre una novità importante è quella relativa ai roster delle squadre, le formazioni che saranno aggiornate giornalmente con il nuovo sistema “Dynamic Living Rosters” grazie alla partnership con Stats Inc. e faranno si che ad ogni partita l’esperienza sia conforme a ciò che accade nel campionato NBA.

Il comparto sonoro trova conferma ancora una volta nella collaborazione, seppur in forma minore del precedente anno, di Jay-Z, la soundtrack arriva ancora una volta con il benestare di King  James, mentre i commenti di Kevin Harlan, Clark Kellogg e Steve Kerr godono di ulteriori 50 ore di parlato, dato notevole che davvero fa sembrare la telecronaca quella di una partita vera.

Se proprio si vuole trovare un’ultima pecca si può parlare del menu, ormai antiquato e dell’interfaccia spesso non all’altezza del resto del gioco, ma in fondo, con una simulazione così, che lascia dietro tutti gli altri senza troppi sforzi, ci sui può davvero soffermare su un simile dettaglio?

Il gioco è un must have per tutti gli appassionati del basket, ma anche solo chi apprezza lo sport sicuramente farà un buon acquisto se avrà NBA 2K14 tra i titoli disponibili per la propria console.

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