Giochi della memoria, Kendo Rage

di Redazione 1


Più volte abbiamo affermato come quella paladina del mondo del videogioco contemporaneo come Lara Croft sia riuscita in uno scopo ben preciso che fino a poco tempo prima era visto sempre con uno sguardo sospettoso, ovvero quello di introdurre come protagonista indiscussa di un gioco, anche impegnativo come un adventure con forti elementi di azione, una donna, come una sorta di Indiana Jones in gonnella ma decisamente più provocante.

E’ ovvio che Lara Croft con la sua fortunata saga di Tomb Raider non sia stata effettivamente la prima protagonista femminile all’interno di un videogioco, ma ha aiutato a far crescere un po’ il genere anche aggiungendo delle giuste quote rosa all’universo videoludico. Se diamo un’occhiata al passato però, ci accorgeremo che alcuni episodi del genere li avevamo già avuti, ed uno di questi è stato Kendo Rage, anche conosciuto in patria come Makeruna Makendo.


Il titolo potrebbe intromettersi tranquillamente nella sezione dei platform vista la struttura anche particolarmente fumettosa del gioco, anche perché Kendo Rage è tratto da una serie di OAV, ovvero cartoni animati resi disponibili esclusivamente per il mercato dell’home video, di qualche annetto fa che probabilmente non sono mai riusciti a varcare i confini orientali. Almeno il relativo gioco è infatti giunto fino a noi anche se quasi solo tramite mercato parallelo.

Kendo Rage ci metteva nella gonnella di una ragazzina come tante altre che poteva trasformarsi ed utilizzare come arma una pericolosa spada di legno che tipicamente usano i lottatori di kendo, per sbarazzarsi non di avversari umani, ma di fantasmi ed i altri pericoli incontrati nei vari ambienti di gioco, che andavano classicamente da una foresta ad un picco ghiacciato. Colori brillantissimi ed un’azione piuttosto frenetica, rendevamo Kendo Rage adattissimo soprattutto agli appassionati di manga.

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