Giochi della memoria, Cybernator

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Soltanto la settimana scorsa vi abbiamo parlato di Target Earth, un vecchio titolo pubblicato su Super Nintendo ed adattissimo per tutti quelli che avevano un debole per le atmosfere fantascientifiche e per gli scenari spaziali ma ne avevano in fondo abbastanza per i classici sparatutto che ci permettevano di impersonare le stereotipate astronavine col compito di distruggere qualunque altra navicella spaziale si parasse all’orizzonte.

Probabilmente Target Earth riuscì a fare breccia nei cuori dei giocatori del tempo, tanto che la Konami, sviluppatrice del gioco, decise di spremere ancora un po’ quel titolo, pubblicando quello che può essere considerato come una sorta di seguito diretto che in territorio giapponese venne chiamato Assault Suit Valken, dando un’identità al protagonista del gioco, mentre in America e in Europa, il gioco venne intitolato semplicemente Cybernator.


Ancora una volta il protagonista era un robot antropomorfo con delle caratteristiche evidentemente superiori a quelle che lo legavano al titolo precedente. Al posto del classico salto, possibile nonostante il peso eccessivo dell’ammasso di metallo da noi guidato, il nostro protagonista era dotato di alcuni adattissimi propulsori che gli permettevano anche di restare sospeso in aria per poco tempo, facilitando così gli spostamenti.

La struttura di gioco di Cybernator non si diversificava moltissimo dal vecchio Target Earth, ma l’impatto grafico risultava decisamente migliore. Abbandonati i pochi pixel destinati a rappresentare eroe e nemici, il dettaglio di ogni creatura metallica sullo schermo era davvero notevole, comprese alcune animazioni che per l’epoca risultavano essere davvero molto interessanti. Anche Cybernator risultava insomma l’ideale per i fan degli sparatutto spaziali e i fans sfegatati dei robot.