Giochi della memoria, Chester Cheetah

di Redazione 2


Sono stati molti i protagonisti animali dei nostri videogiochi preferiti. Se da un lato abbiamo tutta una serie di personaggi, per così dire, umani da guidare all’interno dei vari generi di giochi disponibili per le console, da soldati armati fino ai denti fino a bellezze mozzafiato capaci di attacchi letali così come dotate di arsenali che possono fare invidia ai mercenari di cui sopra, è anche disponibile una vasta gamma di animali.

Da porcospini blu dotati di scarpette da corsa e veloci più della luce fino a scoiattoli dalla morbida coda intenti a lanciare ghiande per allontanare i nemici che appaiono sullo schermo, da buffi roditori che sono armati come il più pericoloso dei marines fino a protagonisti dei cartoni animati più o meno famosi che vengono presi ad ispirazioni di titoli altrettanto più o meno celebri. E questo è il caso del ricordo della settimana per i giochi della memoria.


Probabilmente l’animale protagonista in questione risulta uno dei più assurdi e particolari che possano aver ricoperto il ruolo di protagonista all’interno di un videogame, ma visto che alla fantasia non si può mai porre un freno, presa direttamente dal ruolo di mascotte di una gustosa marca di snack americana e posta come star indiscussa di un colorato e simpatico platform disponibile per le vecchie console a 16 bit, arrivò Chester Cheetah.

Il relativo ed omonimo gioco si presentava, come già detto, come uno dei più classici platform, come uno dei tanti disponibili all’epoca del caro Sega Mega Drive. Con i suoi occhiali da sole e le sue comode scarpette da ginnastica, la tigre protagonista poteva correre quasi come solo il più celebre Sonic poteva fare, donando una certa dinamicità ad un titolo che invece probabilmente poco aveva da offrire in più rispetto alla massa. Una mascotte protagonista di un videogioco: quando il consumismo si tramuta in divertimento.

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