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Il giocatore medio si è ormai abituato ad una sua pura fetta di terrore all’interno di alcuni particolari giochi che hanno fatto proprio di questo elemento, il fulcro della propria natura, incutendo timore ed ansia nell’appassionato di console che viene preso dal panico ad ogni gemito o urlo che si ode nel silenzio tombale della sinistra ambientazione di turno o viene preso da un briciolo di angoscia ogni qualvolta viene messo dinnanzi ad una porta chiusa che vada necessariamente aperta.

La moda dei survival horror insomma non è assolutamente passata nonostante siano arrivati ormai a quota cinque almeno i capitoli ufficiali della saga che ha portato alla vera e propria creazione del genere da quanto quel primo Resident Evil è arrivato sulla prima generazione di console Sony portando con sé un’orda di zombie ed un successo senza precedenti. Molti da quel giorno sono i cloni più o meno riusciti che sono comparsi all’orizzonte e che ben conoscete.

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Le sue atmosfere sono da sempre tra le più spaventose e raccapriccianti che un gioco del suo genere abbia mai fatto apparire sulle console, sia quelle appartenenti a qualche generazione fa,sia quelle che imperversano nel mercato videoludico delle ultime stagioni. Più volte abbiamo insistito nel confermare il primo episodio di questa saga come il vero apripista del nuovo filone definito survival horror, nonostante i giochi orrorifici facessero già la propria comparsa ben prima del suo approdo sulle macchine da gioco.

Eppure lo stile inconfondibile, la particolare trama e soprattutto la paura che avvolge lo spettatore mentre sale una rampa di scale o mentre apre una porta chiusa, ha permesso a Resident Evil di gettare le basi per un vero e proprio nuovo genere. Agenti specializzati armati in modo grossolano ma via via sempre più accessoriati si introducono in magioni, quartieri o intere città invase da non-morti affamati di carne umana dimostrando grande coraggio e nervi saldi.

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E’ sicuramente la saga di survival horror per antonomasia, probabilmente quella che riconoscono come tale anche quelli che non sono tanto avvezzi ad avere un controller in mano ma si sono comunque fatti catturare dalle atmosfere magnetiche che appartengono ad ogni capitolo della saga, sia quelli ufficiali sia le versioni potenziate, nonché alcuni spin off che la Capcom ha voluto regalarci durante la lunga carriera del gioco in questione.

Si tratta, come avrete ben capito, di Resident Evil, quel survival horror in cui aprire una porta potrebbe rappresentare un immenso pericolo, quel gioco in cui è saggio portarsi dietro almeno una piantina curativa, quell’avventura in cui si prega per trovare una scatola di proiettili in un cassetto o un armadietto per poter fronteggiare al meglio l’orda di zombie e mostri impazziti pronti a banchettare con il nostro corpo, effettivamente non proprio indifeso visto l’arsenale a disposizione.

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Un tempo erano dei semplici giochi d’avventura e ancora più spesso d’azione in cui non bisognava combattere contro la feccia della criminalità tra i vicoli sporchi nelle periferie delle città, ma bisognava destreggiarsi tra le più mostruose creature che si potessero immaginare, tra vampiri con i canini aguzzi o semplici esseri dalle forme strane pronte a mettere i propri artigli sulle carni dello spaurito protagonista, tingendo di terrore il gioco intero.

Al giorno d’oggi, a questo particolare genere, rigorosamente riveduto e corretto, è stata data un’etichetta ben precisa, delineando il filone come quello dei survival horror in cui il protagonista da noi controllato ha come missione primaria sopravvivere agli attacchi spaventosi degli esseri che man mano incontreremo, terrorizzando il giocatore anche solo dall’apertura di una porta che da su una stanza completamente buia ed ospitale per chissà quale nemico.

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Resident Evil può essere considerato come l’apripista per un vero e proprio nuovo genere. Un filone spaventoso e terrorizzante che effettivamente esisteva già sulle console nate prima della sua uscita, ma senza aver racchiuso in sé il senso di paura e di angoscia che un capolavoro simile è riuscito a portare nelle nostre case grazie ad un giusto mix di attese inquietanti e attacchi adrenalinici che ci mettevano alla prova per salvare la nostra pelle dallo zombie di turno.

Il survival horror per eccellenza ha così innescato tutto una serie di spaventosi cloni che hanno tentato la scalata al successo, ponendosi come obiettivo quello di offuscare il mito del classico Resident Evil, senza quasi mai riuscirci. Qualche piccolo gioiellino sulle nostre console è effettivamente apparso, introducendo delle varianti significative e molto gradite, ma la Konami è riuscita a piazzare un’altra serie in testa alle classifiche di gradimento.

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Il gioco era stato pensato inizialmente per una console sfortunata, che al contrario dell’attuale campionessa di vendite conosciuta come Wii, non conobbe mai il suo periodo d’oro. Infatti fu il Nintendo 64 il primo destinatario del titolo in questione, ma poi grazie all’evoluzione tecnica e all’uscita di una generazione successiva di macchine da gioco della grande N, il progetto fu spostato con successo maggiore a livello tecnico sul Gamecube.

Altra console non proprio baciata dalla fortuna, infatti il gioco in questione, decisamente aiutato dalla potenza tecnica di una macchina a 128 bit come il Gamecube, a causa della scarsa popolarità della console in questione, non riuscì ad avere la luminosità che avrebbe sicuramente meritato, ricevendo però migliore sostegno nelle future evoluzioni su altre destinazioni con i capitoli successivi. Il gioco di cui si parla è Resident Evil Zero.

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Sono sicuramente classificabili come tra i mostri più orrendi che l’immaginario collettivo possa mai immaginare. Lontanissimi anni luce dal fascino di un vampiro come il famigerato conte Dracula, per nulla dotati di una storia in fondo strappalacrime come quella della creatura conosciuta come Frankenstein, nessuna mutazione come avviene per i pericolosissimi licantropi, ma soltanto tanta carne morta e maleodorante affamata di esseri umani.

Sono ovviamente gli zombie, quegli esseri risorti in forma decisamente non umana, pronti a fagocitare della carne fresca, meglio se di persone vive, per continuare i festeggiamenti al massacro. Gli zombie sono sicuramente stati tra i personaggi che maggiormente hanno avuto un ruolo importante nella diffusione di un genere ormai diffuso e molto amato come quello dei survival horror, tutti pieni di porte spaventosamente chiuse e pericoli dietro ogni angolo buio.

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Capita spesso che il mondo dei videogiochi sia gentile ed ospitale nei confronti dei film di successo per il grande schermo, dando la possibilità alle case di sviluppo di creare delle versioni videoludiche delle pellicole che hanno sbancato i botteghini approfittando quindi del clamoroso successo nelle sale per accalappiare gli spettatori appassionati di titoli per console e costringerli a comprare la relativa versione da macchina da gioco per rivivere le stesse emozioni del lungometraggio.

Dai film d’animazione più divertenti e colorati fino ad alcune pellicole d’azione che ben si prestano a diventare forsennati sparatutto o giochi d’avventura e d’azione che possono mettere a dura prova la nostra prontezza di riflessi, sono molti i generi che riescono ad avere un angolino su una console, ma capita a volte che giochi stessi molto amati dal grande pubblichino, riescano a trasformarsi in film per il grande schermo, riprendendo appunto la storia principale del videogame.

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Se diamo un’occhiata al passato videoludico ci accorgeremo come il tema dell’horror e dello spavento supremo sia stato già ampiamente utilizzato in alcuni giochi usciti ormai diversi annetti fa. Dal temibile scissorman che avanzava con un paio di affilate cesoie nei vari capitoli di Clock Tower fino all’uomo con la maschera e armato di accetta che impersonavamo nella serie di Splatter House, sono diversi i protagonisti che hanno preso parte alle carneficine virtuali.

Eppure l’arrivo ufficiale del genere che si è imposto con il nome di survival horror lo dobbiamo probabilmente a quello che molti considerano il capostipite del genere in tempi più recenti quando sulla prima generazione di console Sony si affacciò il primo zombie con il viso sporco di sangue intento a pasteggiare con un cadavere fresco nel primo emozionante episodio di Resident Evil, poi tutto il resto è storia e tutto un nascere di cloni più o meno riusciti.

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