Giochi della memoria, Primal Rage

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Le femminucce forse non sono così appassionate di questo mondo preferendo ambientazioni più colorate e fumettose, inserendosi in contesti pacifici e rilassati, ma il pubblico di maschietti giovanissimi sicuramente ha avuto un periodo di forte attrazione, durante la propria crescita, riguardo il mondo della natura e dei cambiamenti che ha fatto il mondo, partendo dall’era primitiva fino a piombare nei giorni nostri dove la tecnologia impera.

Uno dei momenti della storia evolutiva del mondo sicuramente più affascinanti ed interessanti, in special modo per gli occhi di un giovanissimo è il periodo in cui quei grossi lucertoloni ormai estinti imperavano sul pianeta. L’epoca dei dinosauri, quei fantastici animali preistorici che erano presenti in tutto il loro splendore rispettando il ciclo della vita e non tradendo mai la legge del più forte, tra dinosauri feroci e quelli più pacifici.


E’ entusiasmante immaginare le lotte che si venivano a creare in quei periodi tra tirannosauri dai denti affilati e triceratopi che potevano difendersi con i corni di cui erano dotati, mentre gli pterodattili attaccavano dall’alto. Forse per mettere in pratica queste elucubrazioni mentali su questi affascinanti esseri che purtroppo e per fortuna non abbiamo mai conosciuto, arrivò sulle nostre console Primal Rage, un picchiaduro decisamente fuori da ogni stereotipo.

Al posto dei classici lottatori infatti in Primal Rage c’erano dei temerari dinosauri pronti ad azzannarsi e caricarsi a più non posso per lottare per la loro supremazia. Il gioco non era però ambientato nel passato bensì in un futuro alternativo in cui la razza umana è stata annientata da un meteorite e i dinosauri sono tornati a svilupparsi come milioni di anni fa. Un plot interessante per un gioco decisamente brutale e sanguinoso che riuscì a catturare l’attenzione di molti.

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