Giochi della memoria, Neugier

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Il mondo dei giochi di ruolo, da timido genere relegato nei confini nipponici con la semplice scusa che il regno occidentale poco aveva a che fare con questo tipo di divertimento, si è man mano esteso varcando il paese dove era contenuta la più vasta schiera di sostenitori ed è arrivato fin qui da noi con una massa di titoli che hanno dato vita a saghe decisamente interessanti ancora reclamate a gran voce dal numeroso pubblico di fedeli adepti.

Il primo nome che verrebbe in mente parlando di giochi di ruolo è sicuramente quello della Square-Enix, una regina incontrastata per quanto riguarda questo filone, grazie in special modo a Final Fantasy, un degno capolavoro che ora ha toccato il quattordicesimo capitolo ufficiale, senza contare le mille deviazioni di percorso. Le differenze tra i giochi di ruolo di ieri e di oggi, stanno in special modo nell’impostazione di base dei duelli da affrontare.


Ricchi esempi ci sono sicuramente anche nel passato videoludico, ma un tempo come gioco di ruolo classico, quello fedelmente associato alla cultura nipponica era zeppo di testo da leggere, personaggi da incontrare e duelli da svolgersi rigorosamente con un utilizzo impegnativo di menu e schede varie. Oggi invece abbiamo gli action rpg, più affini ai palati occidentali, che sono più facilmente digeribili. Esponenti del genere c’erano anche su Super Nintendo.

Doveva arrivare in America con il titolo di The Journey Home: Quest for the Throne, ma invece il gioco di ruolo di stampo action conosciuto in Giappone come Neugier, non è mai uscito dal paese d‘origine. Nei panni di un cavaliere deciso a salvare il suo paese che da il nome al gioco, bisognava attraversare le orde di nemici in una furiosa lotta in tempo reale, dando più l’illusione di essere in una sorta di action game che in un gioco di ruolo. Peccato non sia mai arrivato anche da noi.

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