Giochi della memoria, Caliber Fifty

di Redazione Commenta


Le moderne tecnologie hanno permesso ai videogiocatori di tutto il mondo di poter affinare in modo davvero preciso i propri gusti permettendo quindi di scegliere comodamente le tipologie di divertimento da ricercare sulle proprie console, non soltanto per il genere di appartenenza, richiamando poi in causa le mille sottocategorie disponibili, ma anche per la semplice necessità dell’utilizzo della materia grigia o di una semplice pressione quasi a casaccio dei tasti.

Questa scelta di base era abbastanza presente anche nel mondo delle console a 16 bit, quando ancora furoreggiavano Super Nintendo e Sega Mega Drive contendendosi primati ed esclusive per i giochi disponibili per l’una o l’altra macchina. I giocatori avrebbero preferito un gioco di ruolo con qualche difficoltà in più per la presenza di enigmi e puzzle da risolvere o magari un titolo orientato più verso l’azione che poco ci impegnava il cervello?


Di certo gli action game facevano parte di questa seconda categoria, con una buona dose di divertimento, senza ombra di dubbio, soprattutto per il pubblico maschile che all’epoca rappresentava la stragrande maggioranza degli utenti possessori di console, accontentando coloro che cercassero solo azione pura. Uno dei titoli appartenenti a questa categoria era Caliber Fifty, uno sparatutto che arrivò agli inizi degli anni ’90 su Sega Mega Drive.

Quasi assente la trama. Il gioco ci metteva nei panni di un soldato pronto a distruggere ogni cosa si muovesse con le munizioni infinite a sua disposizione. Peccato che la grafica non avesse chissà quali slanci di creatività ed emozione e poi, elemento peggiore, una volta eliminati alcuni nemici, se ci occorreva spostare di nuovo lo schermo muovendoci più in basso o in alto, questi ricomparivano come se niente fosse. Insomma un gioco purtroppo da bocciare.

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