Sony: niente ripresa e trimestre nero, male PS Vita e PS3

di Redazione Commenta

 La situazione in casa Sony fatica a risollevarsi. Questa notte, il colosso giapponese ha distribuito i dati finanziari relativi all’ultimo trimestre certificando una perdita netta di 24,6 miliardi di yen, pari a circa 314 milioni di dollari. Tagli a tutte le previsioni, crolla PlayStation 3 e PlayStation Vita continua a essere in grave ed evidente difficoltà.

Lasciando perdere le questioni puramente economiche, che riprenderemo un attimo in chiusura di articolo, quella che interessa maggiormente agli appassionati, la divisione gaming, registra vendite generali in calo del 14,5% su base annuale con Sony che imputa principalmente al crollo di PSP e PlayStation 3, parzialmente oscurato dal lancio di PlayStation Vita. Nonostante questo, l’azienda ha preferito non distribuire dati precisi sulla sua nuova console portatile, ma è noto che le vendite combinate con la vecchia PSP corrispondono appena a 1.4 milioni di unità. Solo la PSP lo scorso anno aveva fatto registrare vendite per 1.8 milioni.

Sony sceglie la via della somma anche per PlayStation 3, le cui statistiche abbinate a quelle della PlayStation 2 raccontano di sole 2.8 milioni di console vendute. In calo anche il software per entrambe le categorie: 20 milioni per PS2 e PS3, contro i 27.6 del 2011; 5.8 milioni per PS Vita e PSP, contro i 6.6 della prima console portatile lo scorso anno.

Chiaramente adesso le previsioni sono tutte al ribasso: per l’utile netto di esercizio, che si chiuderà il prossimo 31 marzo, si stima una cifra attorno ai 20 miliardi di Yen, rispetto ai 30 miliardi annunciati a maggio. Giù anche le proiezioni dell’utile operativo per l’anno a 130 miliardi di yen da 180 miliardi di yen che l’azienda sperava di raggiungere solo tre mesi fa. Effetti negativi anche per le vendite: ora se ne prevedono per 6,8 trilioni di yen, quando a maggio erano stimate a 7,4 trilioni di yen. Tra le ragioni di questo trimestre negativo, il colosso nipponico segnala la forza dello Yen, il calo della domanda e i naturali costi di ristrutturazione.

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