5 consigli per non creare un brutto videogioco

Quando il professore universitario Ted Castronova e i suoi studenti hanno sviluppato il loro MMO Arden: The World of William Shakespeare, non hanno considerato delle cose fondamentali affinché il loro gioco avesse successo.

Adesso il professore condivide con noi gli insegnamenti ottenuti dagli errori commessi con Arden in attesa di incominciare lo sviluppo del suo seguito. Se siete modder appassionati o anche semplice curiosi troverete nei suoi consigli la giusta saggezza.


Non essere troppo ambiziosi
“Abbiamo pensato che non sarebbe stato troppo difficile realizzare realisticamente l’economia della Guerra delle Rose, completa di spade, armamenti, cavalli, cibo e vestiari. Vuoi creare un set d’armatura? Prima dovrai estrarre l’ottone e raccogliere le fibre per costruire il filo… Abbiamo imparato presto il motivo per cui la maggiorparte dei designer non si avvicinano a quel livello di realismo.”

Utilizzare tecnologia di basso livello
“Se non riuscite a trovare uno studio professionale al quale appoggiarvi, iniziate “piccoli”. Ci sono numerose semplici piattaforme di sviluppo con le quali sperimentare. Guardate Tibal Wars – è un gioco basato interamente sull’HTML con centinaia di migliaia di utenti. Ci si può giocare nella finestra di un browser”.

Pensate al vostro Audience
“Abbiamo messo Arden davanti agli esperti di Shakespeare e l’hanno adorato. L’abbiamo messo davanti ai tester e sbadigliavano. Ricevevamo feedback come, “ho parlato con quel Falstaff per un po’ e ho ricevuto una quest per riparare qualcosa. Ho loggato e non sono più tornato.’ Troppo testo, troppi pochi combattimenti. Arden II sarà più un hack & slash alla Dungeons & Dragons”.

Procuratevi uno staff Full-Time
“Adoro i miei studenti, ma non hanno il tempo per lavorare a tempo pieno sul progetto. Ho un lead designer molto abile e un ottimo lead artist, ma dovevano fermarsi per alcuni semestri. E’ necessario un gruppo base di persone che lavorino 60 ore alla settimana”.

Concedere errori
“Ci si trova in momenti nei quali è necessario ammettere che qualcosa non funziona. E’ come nelle tragedie di Shakespeare: gli eroi tragici continuano a compiere nuovi errori che si accavallano ai loro errori originali. Gli eroi comici si confondono e si ritrovano in situazioni ridicole, ma alla fine accettano la loro umanità, e il pubblico li rispetta per questo”.

Via | Kotaku
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.