Giochi della memoria, Shadowrun

di Redazione Commenta


Al giorno d’oggi non c’è più da stupirsi se anche i vecchi giochi da tavolo, tutto sommato ancora abbastanza utilizzati, ma mai quanto qualche decennio fa, siano su una mensola ad impolverarsi a causa della supremazia dell’intrattenimento videoludico che in tanti modi, dal più semplice party game fino al più gioioso e ritmato titolo musicale, possono modificare il modo di divertirsi dei più giovani come dei più maturi tra gli appassionati di giochi.

Ma se proprio non si vuole abbandonare un tabellone ben strutturato ed un tiro di dadi ad ogni turno, è anche possibile approfittare della versione videoludica di alcuni classici del gioco da tavolo. Dal sempreverde Monopoly con l’acquisto di terreni e i segnalini particolari, fino al Trivial Pursuit che testa ogni volta la nostra intelligenza, sono tanti i giochi disponibili, ma se diamo un’occhiata al passato, anche un gioco un po’ di nicchia fece la sua comparsa in veste videoludica.


La meno battuta strada dei giochi di ruolo da vivere con carte, dadi e tutti quegli elementi un po’ da “nerd” sono infatti stati gli ingredienti per la realizzazione di Shadowrun, un videogioco di ruolo abbastanza atipico che prendeva proprio spunto dal mondo creato dal titolo prodotto dalla Fasa. Il gioco ci metteva in un contesto che definiremmo tipicamente cyberpunk, ambientato anni nel futuro, in un contesto sociopolitico molto particolare.

Con l’avanzare di nuove razze, tra cui quelle classiche dell’universo fantasy e il ritorno della magia nel senso più puro del termine, Shadowrun ci metteva a confronto con quello che oggi definiremo un action rpg, con la possibilità di sparare ai nemici invece di combatterli in un classico duello a turni ed avanzando in alcune location urbane di stampo futuristico molto curate ed affascinanti. Shadowrun fu un titolo sicuramente da provare, se non altro per la sua grande originalità.

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