Giochi della memoria, 3×3 Eyes

di Redazione Commenta


Gli appassionati di videogiochi e al tempo stesso anche di cartoni animati devono imparare che non si vive di solo Dragonball su console e quindi non devono pensare che si possa soltanto fare largo uso di onde energetiche e di attacchi speciali, così come non può esistere solo una manciata di titoli dedicato al fenomeno Naruto con il simpatico ninja dalla vistosa tuta arancione come protagonista indiscusso di un’interessante serie di avventure e picchiaduro.

Specialmente nel passato, e purtroppo quasi sempre relegati al solo mercato nipponico, le console in auge negli anni ’90 hanno avuto un vero e proprio spazio importante per tutti quei giochi che venivano tratti da cartoni animati e manga di successo, spaziando, a seconda del genere del fumetto, da titoli d’azione a giochi di ruolo. Questa settimana è la volta di parlarvi di un particolare prodotto arrivato anche in Italia in animazione chiamato 3×3 Eyes.


Qui da noi è stato tradotto letteralmente come 3×3 Occhi e narra la storia di Pai, una ragazza che potrebbe essere come tutte le altre apparentemente, ma invece racchiude in sé il valore del suo popolo, quello dei triclopi, dotati del terzo occhio, di cui si ritrova ad essere l’ultima discendente, col solo scopo però di diventare una ragazza come tutte le altre. Da questa storia venne tratto un interessante gioco arrivato su Super Nintendo.

Nel ruolo di Yakumo, giovane giapponese legato indissolubilmente alla ragazza, avevamo il compito di guidare il protagonista in una struttura di gioco farcita di puzzle di vario tipo da risolvere e di scontri con i nemici durante i quali ammirare anche delle gustose animazioni, per ogni buon attacco andato a segno. Giocabilità non ai massimi livelli ma una buona veste grafica, facevano di 3×3 Eyes un titolo interessante, soprattutto per i fans dell’animazione giapponese.

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