Brink, la recensione: meglio accompagnati, che soli

di Redazione 2

Splash Damage e Bethesda sono due case delle storie totalmente differenti. L’una è specializzata nella realizzazione di sparatutto e modalità multiplayer, l’altra nella nascita dei giochi di ruolo tra i più apprezzati del genere, come la serie di Elder Scrolls e Fallout 3.

Hanno però deciso di unire le forze, o meglio Bethesda ha deciso di produrre l’ultima idea del team di sviluppo, questo Brink, disponibile da domani in Italia, che si pone l’obiettivo di farsi valere come alternativa dallo stile di gioco differente ma altrettanto divertente come i franchise blasonati dell’industria.

Grafica e Sonoro

Da questo punto di vista si trovano gli aspetti peggiori di Brink. Il motore grafico, l’id Tech 4, sul quale vengono modellati personaggi e ambienti di gioco offre purtroppo una qualità discontinua, alternando scorci magnifici ad altri chiaramente insufficienti, soprattutto per quanto riguarda risoluzione e pulizia d’immagine, per niente all’altezza degli screen e dei trailer rilasciati negli ultimi mesi. Pulizia d’immagine che viene sacrificata per rischiare di non trovarsi di fronte ad un frame-rate ballerino, che, grazie a questo trucchetto, si mantiene pressoché stabile anche nelle fasi più concitate.

Interessante invece lo stile utilizzato per rappresentare il gioco. I colori accessi e lo stile caricaturale dei personaggi conferiscono a Brink un aspetto unico nel panorama degli sparatutto, scelta che, è chiaro, potrebbe non essere gradita da tutti.

Deludente il sonoro. Il pessimo doppiaggio in italiano viene accompagnato da una colonna sonora praticamente assente se non durante i filmati o gli eleganti menu di gioco, mostrandosi in queste occasioni comunque discreta ed abbastanza gradevole.

Trama

Ambientato in un futuro non meglio precisato, il gioco racconta di Ark, un’enorme città sospesa nell’oceano costruita per essere autosufficiente ma finita in rovina dopo appena quattro decenni. Le forze governative che mirano a far tornare la metropoli splendida come un tempo si trovano a combattere la resistenza cittadina, decisa ad abbandonare per sempre il paradiso mutato in inferno. L’utente dovrà scegliere la causa alla quale unirsi.

Giocabilità e longevità

Brink è un gioco multiplayer. Presenta anche una campagna con missioni da affrontare in singolo o in cooperativa accompagnate da filmati, ma è chiaro che tutto è stato realizzato pensando al gioco online. E infatti, messa da parte dunque una porzione single player assolutamente inutile e deludente, Brink si presenta come un prodotto in grado di poter impensierire anche i grandi del genere.

Ogni giocatore può scegliere infatti fra quattro classi differenti – agente, soldato, tecnico e medico -, ognuna con un ruolo ben definito in squadra. Brink non a caso è un gioco, e questo è un grande merito, che fa della tattica il suo punto forte. Le mappe e le modalità di gioco (poche, ma in grado di durare parecchio) sono studiate volutamente affinché non si rinunci all’apporto di un compagno, ed il completamento in questo senso di obiettivi differenti a seconda di una specifica classe fa capire come Splash Damage abbia puntato più su un pubblico di appassionati che di giocatori occasionali, rendendolo il videogioco perfetto per chi è solito giocare regolarmente in gruppo. Un occhiolino ai tanti clan presenti nella rete.

Allora per il discorso longevità bisogna fare due appunti generali. Il primo è rivolto appunto agli amanti del gioco di squadra che troveranno in Brink finalmente un prodotto diverso dagli altri, che lasci poco spazio, o davvero nulla, a coloro che amano divertirsi in solitaria ai quali assicuriamo che il gioco potrebbe durargli anche tutta l’estate, se non oltre. Il secondo va proprio a questi, che potrebbero presto stancarsi del tanto tatticismo richiesto da Brink e ritornare quindi alla frenesia e all’immediatezza di un Call of Duty qualsiasi.

Sistema di controllo

Il sistema di controllo segue lo schema dei classici del genere risultando dunque di facile fruizione anche per i non appassionati del genere. Qualche dubbio ce lo hanno lasciato solo gli elementi da parkour in stile Mirror’s Edge affidati al dorsale sinistro: movimenti che risultano il più delle volte goffi e poco precisi, costringendo a rinunciarvi presto o comunque non farne una delle caratteristiche principali come si poteva pensare quando Brink venne annunciato.

Prima di concludere un accenno sull’enorme personalizzazione concessa dal gioco. All’inizio dell’avventura, poco dopo il filmato introduttivo, non solo viene chiesto di quale fazione far parte ma anche come costruire, letteralmente, il proprio alter-ego. Scontro dopo scontro si guadagneranno punti esperienza i quali permetteranno di raggiungere nuovi livelli e dunque sbloccare inedite abilità per ogni classe, insieme a vestiario ed altri tipi di ornamento utili per personalizzare al meglio il personaggio. La cosa si espande inoltre alle armi, dando l’opportunità dunque di dare vita ad un soldato plasmato davvero secondo le proprie priorità.

Commento Finale

Ripetiamo dunque quanto detto in sede di analisi. Acquistato in ottica di un gioco in compagnia online, Brink è un titolo che vale parecchio e finalmente diverso dalla massa poiché come pochissimi predilige davvero la tattica e la collaborazione di squadra. Dall’altra parte, se l’intenzione è quella di trovare uno sparatutto con cui vivere una bella esperienza in single player è meglio dirottare i propri risparmi altrove ed abbassare il voto finale di almeno due punti, perché ci si troverebbe tra le mani solo con una grossa delusione.

Voto: 8/10

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