N’Gai Croal, giornalista di Newsweek ha dato una profonda occhiata al trailer di Resident Evil 5, e non gli è affatto piaciuto quello che ha visto.
Sollevando una polemica più che comprensibile sulla presenza di soli neri come nemici in questo gioco, ha voluto esprimere le sue preoccupazioni riguardo al possibile fomento del fenomeno di odio razziale che potrebbe scaturire da questo gioco. I suoi pensieri dopo il salto!
Ho guardato il trailer di Resident Evil 5 e mi sono detto, “Wow, chiaramente nessun nero ha lavorato a questo gioco.” Perchè mi chiedo, e non ho scavato così a fondo, che tipo di consiglio avesse dato Capcom. Il punto non è che non ci possono essere zombie neri. Molte delle immagini nel trailer andavano a pari passo con le classiche immagini razziste. Ciò che non era divertente, ma in un certo senso interessante, era che c’erano così tanti giocatori che non riuscivano affatto a vederle. Intendo letteralmente, non vederle. Come potresti dunque fare una conversazione con persone che non comprendono ciò di cui parli e pensano che stai vedendo una razza dove non esiste nulla?
C’era roba anche prima che la folla si trasformasse in zombie. Sono quasi marchiati. Sono nascosti nelle ombre, riuscite a malapena a vedere i loro occhi, e la prospettiva del trailer non è quella di qualcuno che sta andando ad aiutare quelle persone. E’ come se fossero tutte pericolose, devono tutte essere uccise. Neanche un grazioso piccolo bambino Africano – Haitiano o Caraibico – può essere salvato. Sono tutti uomini, donne e bambini pericolosi. Devono tutti essere uccisi. E visto la storia, visto la non così lontana storia post-coloniale, diresti a te stesso: perchè dovresti creare quelle immagini senza critica? Non è così semplice come dire, “Oh, hanno sparato agli Spagnoli in Resident Evil 4, e adesso sono zombie neri, e per questo la gente si dispiace. Le immagini non sono le stesse. Non portano con sè la stessa storia, non portano lo stesso peso. NOn saprei come spiegarlo più chiaramente di così.
Considerando i giapponesi e il Giappone, tutto questo probabilmente arriva in una maniera del tutto inaspettata agli uffici di Capcom. Tuttavia l’opinione di Croal suscita pensieri profondi e dovrebbe far riflettere tutti quanti sull’uso dei simbolismi e del loro significato. Dovrebbe far riflettere tutti noi su come un filmato montato in un certo modo, o inquadrato da una certa prospettiva assuma dei connotati e dei significati completamente differenti dallo stesso filmato montato in modi differenti. Perchè quello che forse più di tutto quanto genera polemiche come queste è proprio la prospettiva della minaccia rappresentate da queste persone. E ormai anche in politica, la minaccia è la forza guida di molte operazioni.
Via | Kotaku