Videogiochi e violenza, nuove dichiarazioni da un commissario australiano

di Redazione Commenta


I pericoli nelle nostre città sono purtroppo all’ordine del giorno visto che purtroppo persone spinte dalla miseria, dalla fame o dall’inarrestabile sete di potere, continuano a commettere crimine dai più banali ai più efferati. Che la colpa sia anche dei videogiochi? A quanto pare un noto commissario australiano la pensa proprio così.

Quante ne abbiamo sentite riguardo le critiche affibbiate alla nostra più grande passione che sarebbe uno dei modi più facili di far prendere strade sbagliate ai più giovani tentando di imitare i personaggi guidati negli sparatutto o nelle avventure politicamente più scorrette? Ormai non si contano più dichiarazioni di insegnanti infastiditi dai passatempi degli alunni o di lamentosi genitori che non sanno più che pesci pigliare per staccare i figli dai propri monitor, ancora peggio se alle prese con videogames violenti e ricchi di temi scabrosi.


A continuare questa processione di insulti ai danni dell’industria videoludica, di recente è stato addirittura un commissario di polizia, tale Andrew Scipione, dalle evidenti origini italiane visto il cognome, che avrebbe dichiarato qualcosa di già ben sentito, ma comunque non piacevole per noi videogiocatori, ad un giornalista del Telegraph, il quotidiano in versione australiana. Analizzando i casi di crimini violenti che si sentono giorno dopo giorno, secondo l’uomo delle forze dell’ordine, una delle principali cause sarebbe proprio la violenza nei videogiochi.

Il riferimento è stato molto esplicito: giochi come GTA in cui si riesce ad andare avanti soltanto rubando automobili, stuprando donne, entrando in edifici armati fino ai denti e dar vita ad una carneficina, sono dei terribili esempi per i ragazzi. Magari solo una bassissima percentuale potrebbe essere ammaliata da questa cattiva scuola, ma in alcuni casi si potrebbe arrivare all’imitazione con tristissime conseguenze. Quando la finiranno di puntare il dito contro i videogiochi e far finta invece di non guardare i veri problemi del mondo?

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