Gamespot stronca Zelda Skyward Sword

di Redazione 1

 C’è una “pecora nera” tra le tante recensioni uscite finora su The Legend of Zelda: Skyward Sword, l’ultimo capitolo della saga che dal 18 novembre sarà disponibile su Wii anche in Italia.

Anche il noto portale statunitense Gamespot ha dato infatti il suo parere sull’ultima avventura di Link e soci. Ma il verdetto è sorprendente in negativo, dato che il voto assegnato è “appena” un 7.5. Lontano dall’altissima media che finora ha contraddistinto le recensioni sul gioco.

Una spiegazione a quello che resta dopotutto un giudizio più che sufficiente ma senza dubbio al di sotto delle aspettative, proviamo a fornirla con il commento finale estrapolato dalla recensione stessa, che recita, tradotto in italiano:

“Gli elementi positivi superano quelli negativi in Skyward Sword, che è in grado di regalare un’altra esperienza coinvolgente in questo venerabile franchise. L’imponente visual design incontra quello fumettistico di Wind Waker e l’approccio più realistico offerto da Twilight Princess, con una colonna sonora orchestrale capace di riproporre pezzi classici combinandoli con altri completamente inediti. Tuttavia, la formula di gioco comincia a mostrare la sua età. Non ci sono abbastanza idee in grado di separare nettamente Skyward Sowrd dai suoi predecessori, e le poche aggiunte offrono risultati contrastanti. Sebbene con molte luci, Skyward Sword appare come un remix nostalgico. Quelli che si aspettavano qualcosa di nuovo resteranno delusi, mentre chi invece è in cerca di un’altra eccitante avventura sarà pienamente soddisfatto”.

Gamespot insomma critica la mancanza di una vena innovativa importante da parte di questo nuovo episodio. Nel testo, si leggono anche diversi presunti difetti al sistema di controllo, che in certi casi richiederebbe addirittura di essere ricalibrato per funzionare al meglio.

La redazione statunitense è andata dunque nettamente controcorrente, stilando una recensione che praticamente va a smentire quasi tutti gli elogi sentiti finora. Chi avrà ragione? Al 18 novembre la risposta.

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