Pocket God, le divinità tascabili e arrabbiate di Facebook

di Redazione 1


Nel mondo dei videogiochi ci è capitato varie volte di ricoprire i ruoli più disparati per vivere nuove avventure ed interessantissime storie create ad hoc dai nostri fidi programmatori delle più prestigiose aziende del settore. Da giovani avventurieri pronti a sopportare mille pericoli pur di portare a compimento il proprio obiettivo fino ad idraulici dal buffo accento italiano o porcospini pronti a correre a perdifiato in mille ambientazioni diverse.

Qualche volta ci è stato anche il compito di ricoprire il ruolo di divinità, avere quindi a pieno titoli tutti i poteri disponibili per rendere pacifico e rigoglioso il regno che ci era stato affidato. Qualche volta questa divinità può essere furente come nel caso del prossimo attesissimo Asura’s Wrath, qualche volta invece non può che fare del bene. Proprio per questa seconda ipotesi, non contate affatto sull’applicazione di Facebook della quale vi parliamo oggi.


Il suo titolo è Pocket God e proprio come una piccola divinità tascabile, avremo il compito di darci da fare, non con una città urbanizzata ma con un delizioso e piccolissimo isolotto sperduto in chissà quale mare, in cui far precipitare dal cielo dei tondeggianti aborigeni che dovranno pazientemente sottostare al nostro volere. E siate sicuri che il nostro volere proprio non sarà dei più gustosi per loro visto che la maggior parte delle missioni richiederà il loro sacrificio.

Recuperarli con un amo e trascinarli in acqua aspettando che affoghino, farli saltare in aria per spiccare il volo ed atterrare pericolosamente chissà dove, farli colpire da un fulmine che saggiamente richiameremo da nuvole in tempesta o addirittura giocare con la forza di gravità per farli precipitare nel nulla saranno alcune delle terribili morti che faremo fare ai nostri pigmei in Pocket God, il tutto con tanta sana ironia. Ve la sentite di provarlo?

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