PSN, Sony finisce in tribunale dopo il caos

di Redazione Commenta

 Quello che sta accadendo negli ultimi giorni a Sony e al suo servizio PlayStation Network era forse imprevedibile qualche settimana fa. Non solo la notizia che i dati di tutti gli utenti PlayStation Network sono potenzialmente nelle mani di possibili intenzionati, ma adesso anche la giustificata rabbia dei consumatori che cominciano a passare ai fatti.

Il primo ad essersi mosso è Kristopher Johns, 36 anni, di Birmingham nello stato dell’Alabama, che ha denunciato Sony colpevole di essersi fatta sfuggire i suoi dati personali violando così le normali norme sulla protezione della privacy.

Nel particolare, l’accusa rivolta al colosso giapponese è quella di non aver adeguatamente protetto e nascosto i dati personali, compresi quelli delle carte di credito, dei propri utenti. In aggiunta, la lamentela volge poi alla scarsa tempestività palesata da Sony in questa circostanza la quale solo dieci giorni dopo l’avvenuto attacco ha avvisato i clienti del pericolo frode quando ormai probabilmente era già troppo tardi.

La cosa inoltre si espande a macchia d’olio. Negli Stati Uniti sono state organizzate già diverse class action contro l’azienda di Tokyo al fine di ottenere un risarcimento adeguato per tutti gli utenti PlayStation Network. Lo stesso però sta accadendo anche in Europa, in Gran Bretagna e persino in Italia, con la ADOC (Associazione per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori) che sta valutando l’ipotesi di far partire anche qui una class action contro Sony rea di aver creato un danno non indifferente nei confronti dei giocatori italiani non solo impossibilitati di poter usufruire del servizio, ma anche a rischio con i propri dati personali messi a repentaglio dalla falla nella sicurezza del sistema.

Al momento comunque, azioni legali a parte, i consigli per gli utenti, non appena il PSN tornerà online, sono sempre gli stessi: bloccare eventuali carte di credito collegate a conti bancari e al PlayStation Network, cambiare immediatamente password e, in caso, persino la e-mail e diffidare di tutti i messaggi di SPAM che proveranno a sfruttare il momento.

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