Giochi di ruolo, il designer della Bioware dice la sua

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E’ la stessa storia del videogioco che ci mete di fronte ad alcuni fatti evidenti che ogni industria videoludica ed ogni giocatore che si rispetti può notare. Elementi catturabili soltanto guardando l’andamento delle vendite e le classifiche di gradimento, o magari semplicemente seguendo un gusto proprio. E’ un dato di fatto quanto il pubblico occidentale soprattutto, non abbia mai manifestato un gradimento così forte per un genere in particolare.

E’ quello dei giochi di ruolo, quei titoli ben caratterizzati da una storia importante che mai come in nessun altro caso è davvero al centro dell’esperienza di gioco. Dotati di lunghi dialoghi sia tra i protagonisti principali che con la moltitudine di personaggi non giocanti, i giocatori europei ed americani hanno sempre visto nei giochi di ruolo e nei loro combattimenti casuali, delle caratteristiche che non favorissero il divertimento, sacrificando così anche grandi titoli.


Insomma è come se l’utente medio occidentale fosse un po’ spaventato dalla pazienza e dalla concentrazione che è necessaria per vivere appieno un titolo di questo tipo, ma la Bioware, nella voce del designer Mike Laidlaw, si affanna nel consigliare un rispetto maggiore ed una grande forma di amore verso i giochi di ruolo, forse trainando le vendite di suoi lavori come Dragon Age II, punzecchiando anche i giocatori più avvezzi agli action game.

Il designer ha infatti insinuato come in fondo correre a perdifiato in auto e soddisfare quindi un requisito necessario di una missione in un qualunque capitolo di GTA sia un po’ come una quest da gioco di ruolo, così come l’aver ricevuto una medaglia in Medal of Honor per aver sparato ad un buon numero di nemici, sia esattamente un riconoscimento come l’aumentare di livello alla base di ogni gioco di ruolo. Che i paragoni siano un po’ azzardati è vero, ma i giochi di ruolo meritano effettivamente più valore.

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