LittleBigPlanet doveva essere un free-to-play

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 Media Molecule svela alcuni interessanti retroscena sullo sviluppo di LittleBigPlanet, il famoso platform esclusivo PlayStation 3 giunto al secondo e probabilmente ultimo episodio, almeno da parte dello sviluppatore originale che ha annunciato di volersi occupare d’altro.

Il co-fondatore del team, Alex Evans, nel corso della Develop Conference 2011 ha spiegato che per il team lasciare la sua creatura è una scelta dolorosa ma al contempo necessaria per dare l’opportunità ad altri team, come Double Eleven al lavoro sull’episodio per PS Vita, di sfruttare al massimo le potenzialità del franchise. Inoltre, ha parlato un po’ di come è nato il brand, e da dove proviene l’idea originale.

“Nel 2005, Phil Harrison, allora presidente di Sony Computer Entertainment, ci promise un finanziamento a patto che realizzassimo un prodotto che ruotasse attorno ad un progetto free-to-play. Così, impiegammo quei soldi per realizzare i primi filmati del progetto, in maniera da poter mostrare cosa avevamo in mente di fare. Si chiamava Craftworld e la cosa curiosa è che attirò persino le attenzioni di Valve, che decise di assumerci in blocco. Poi preferirono assumere Narbacular Drop, il team che creò la prima demo di Portal, ma mi chiedo cosa sarebbe accaduto se a quest’ora fossimo sotto i comandi di Valve”, sostiene divertito.

Ad ogni modo, Evans crede comunque che quel concetto del free-to-play è stato in parte realizzato grazie all’editore che permette ogni giorni a milioni di giocatori di accedere a migliaia di contenuti creati dagli utenti in maniera assolutamente gratuita. Dopotutto, un cuore free-to-play lo ha mantenuto, e anzi ne ha fatto forse l’arma in più che ha permesso poi a LittleBigPlanet di essere conosciuto e amatissimo in tutto il mondo. Adesso per Media Molecule si apre una nuova sfida, chissà se in qualche modo avranno in mente di riproporre determinati concetti in un progetto totalmente differente. Staremo a vedere.

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