Giochi della memoria, Secret of Mana

di Redazione 2


Adorate le atmosfere fatate presenti in alcuni particolari videogiochi? Ambientazioni eteree e colori vivaci alternati a dolcissime tinte pastello sarebbero per voi all’ordine del giorno nei titoli che maggiormente vi potrebbero aggradare? Non disdegnate utilizzare un po’ il cervello mentre giocate, lasciando da parte l’istinto omicida virtuale, necessario per provare alcuni degli ultimi sparatutto o i più furiosi picchiaduro in circolazione?

Allora molto probabilmente il gioco del passato di cui vogliamo parlarvi, vi sarebbe sicuramente piaciuto e avrebbe regalato davvero molte ore di intenso divertimento. Si tratta di Secret of Mana, un titolo giunto per fortuna anche in versione occidentale, ma che rappresenta in realtà il secondo capitolo della saga di Seiken Densetsu visto che il primo uscì su Game Boy ed arrivò a noi con il titolo di Final Fantasy Adventure, pur non avendo relazioni con la vera serie della Square-Enix.


Il gioco rappresentava un gioco di ruolo diverso dai classici titoli di scuola nipponica visto che era presente un livello d’azione ben maggiore, ignorando i combattimenti causali e lasciando i nemici ben presenti sullo schermo. Nei panni di un ragazzo, di una dolce e gentile donzella e di una buffa creatura nanesca, avevamo il compito di attraversare tutto il regno sconfiggendo i temibili nemici sparsi nelle varie ambientazioni di gioco, curate e deliziosamente belle da vedere.

Il punto di forza di Secret of Mana che rese il gioco molto importante nella produzione di quella che allora era soltanto Squaresoft, era la possibilità di vivere l’avventura in multiplayer in compagnia di un amico, comandando uno dei tre protagonisti che partecipavano all’azione. Si potevano scambiare le numerose armi disponibili e sfruttare le varie magie elementali che i tre personaggi potevano imparare incontrando i relativi spiriti. Un titolo tra i migliori del suo genere, senza ombra di dubbio.

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