Velvet Assassin, lo stealth contro i nazisti

di Redazione Commenta

 Replay Studios e SouthPeak Games ci propongono un gioco di spionaggio basato su una storia vera. In realtà solo la protagonista e l’ambientazione storica sono fedeli alla storia originale. Velvet Assassin infatti è un titolo che rimanda al nome di un famoso agente segreto britannico che è stato in servizio durante la Seconda Guerra Mondiale e giustiziato in un campo di concentramento nel 1944. Il nome di questo agente è Violette Szabo.

All’inizio della storia narrata su console troveremo Violette Summer (questo il nome riadattato) in un ospedale francese in coma. Giocheremo quindi tutti i ricordi della povera donna tramite dei flashback e un breve briefing sulla missione in questione ci spiegherà cosa fare. Purtroppo ci sono pochissimi dettagli, anche dopo ore di gioco, che ci faranno capire il perchè del coma.  Passando al gameplay andiamo ad analizzare gli elementi stealth proposti dagli sviluppatori. In basso a sinistra del nostro schermo avremo una piccola silhouette della protagonista che, colorandosi in modi diversi, ci segnalerà se siamo visibili dai nostri nemici o no. Pian piano che ci muoveremo verso il nostro bersaglio lo schermo diventerà di un rosso acceso e, se decidiamo di colpire e non vi è nessuno nei paraggi, partirà un filmato nel quale vedremo la cruda morte del nemico.

Il sistema di allerta è molto simile a Metal Gear o a Splinter Cell. Dovremo far caso ad ogni piccolo particolare per sfuggire alla cattura da parte dei nazisti. Avremo modo di nascondere corpi, attirare l’attenzione con qualche piccolo espediente ed eliminare tutte le prove della nostra esistenza. Attenzione a non farsi beccare perchè le guardie andranno in stato di allerta e cominceranno a pattugliare il territorio interessato in più gruppi. Concludendo non possiamo non parlare di molte pecche che il gioco presenta in ogni campo del gameplay. Prima di tutto il sistema di stealth non funziona sempre a dovere: molte volte è capitato di trovarsi nel buio totale ed essere scoperti da una guardia a molti metri di distanza (episodio che resettando e caricando nuovamente non si ripete, a volte). Inoltre il gameplay pecca di linearità.

Non avremo difatti scelta su quale percorso prendere o se agire in maniera diversa. Ci ritroveremo sempre ad uccidere guardie su guardie con gli stessi metodi per tutta la durata del gioco. Le componenti più entusiasmanti di un gioco stealth ahimè non sono le killing blows, ma la possibilità di evitare il contatto con i nemici. Non credete che sterminando una base intera qualcuno dovrebbe avere qualche sospetto?

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